La bicicletta salverà le nostre città
Le strade delle nostre città, delle periferie delle nostre città, sono l’unico spazio pubblico a disposizione dei cittadini. Sulle strade gli italiani vivono parte della loro esistenza tutti i giorni dell’anno, tutti gli anni della propria esistenza. Ogni italiano passa 9 anni della propria vita sulle strade cercando di muoversi.
Sono 9 anni di stress, di odio sociale, di morte, di bruttezza, di solitudine, di veleno. Le strade delle città italiane, soprattutto nelle immense periferie sono in assoluto il luogo dove è più facile morire o rimanere feriti, dove si respira peggio, dove non si riesce a parlare o salutare un’altra persona, dove un bambino non può muoversi o giocare e pur essendo nelle città più belle del mondo le strade sono luoghi brutti e sporchi, l’inferno dell’esistenza moderna.
Le persone costituiscono le città, ma le città sono state fatte per le automobili, rendendo le persone deboli e infelici. Questa terribile realtà deve cambiare.
Vogliamo fare una rivoluzione, la più bella rivoluzione del mondo.
Vogliamo sicurezza, salute, socialità e bellezza.
Questo è possibile riducendo la dipendenza degli italiani dall’auto, favorendo l’uso del trasporto pubblico, della bicicletta e dei piedi per muoversi in città.
Meno auto e più persone nelle città italiane: ci si muove meglio, si vive meglio.
- sicurezza per tutti, ma soprattutto per i più deboli, anziani e bambini;
- salute e benessere nella vita di tutti i giorni;
- più bellezza e amore per i luoghi in cui viviamo;
- relazioni e amicizia tra le persone;
- accessibilità e possibilità di muoversi in autonomia per tutti.
Il bello è che così facendo la mobilità sarà anche più efficiente e le città più ricche. L’unica cosa che frena la più bella rivoluzione del mondo è l’inerzia al cambiamento e la rassegnata accettazione per ciò che non va.
Oggi siamo qui per affermare che vogliamo il cambiamento e non ci rassegniamo.
- Vogliamo più trasporto pubblico. Nella legge di bilancio dello stato vogliamo che il fondo nazionale per il Tpl arrivi in tre anni a 5,5 miliardi di euro. Nei bilanci di comuni e regioni Regioni devono esserci contributi al fondo nazionale pari a 10 euro ad abitante per le Regioni e 50 centesimi ad abitante per i Comuni.
- Vogliamo più tram e metropolitane. Un piano nazionale decennale di investimenti finanziato dal governo per raddoppiare il chilometraggio delle reti di tram, metro o ferrovie metropolitane e migliorarne l’integrazione, con l’obbligo per le regioni e i comuni beneficiari di cofinanziare fino al 30% degli investimenti.
- Vogliamo l’intermodalità. Parcheggi bici e velostazioni alle fermate del Tpl e alle stazioni ferroviarie e vogliamo le bici sui mezzi pubblici come obbligo contrattuale nel contratto di servizio di RFI e per le aziende di esercizio dei servizi di trasporto.
- Vogliamo i piani della mobilità. I comuni facciano i piani urbani della mobilità e subordino le scelte urbanistiche alla disponibilità del trasporto pubblico e alla riduzione della dispersione insediativa, e che il Mit, le regioni e i comuni facciano i piani per la ciclabilità previsti dalla legge 2/2018. Vogliamo bike manager nei comuni, nelle città metropolitane, nelle regioni: vogliamo persone competenti e appassionate che si occupino di bicicletta dentro le istituzioni.
- Vogliamo città ciclabili. Lo stato, le regioni e i comuni finanzino stabilmente con 10 cent all’anno ad abitante la realizzazione di piste e corsie ciclabili, marciapiedi, zone 30, attraversamenti rialzati e illuminati, riduzione delle carreggiate stradali per favorire la circolazione in sicurezza di ciclisti, pedoni e disabili.
- Vogliamo la mobilità attiva e sostenibile a scuola. Percorsi sicuri per andare a scuola a piedi o in bici, incentivazione dei bicibus e pedibus (garantendo a entrambi gli opportuni finanziamenti che non li facciano dipendere dalla buona volontà dei singoli o dalla disponibilità di questo o quel bando), allontanamento del traffico dalle scuole, educazione alla mobilità attiva per gli studenti, introduzione della figura del mobility manager scolastico.
- Vogliamo la mobilità attiva e sostenibile nei luoghi di lavoro. Finanziamento del buono mobilità per premiare i lavoratori che fanno scelte sostenibili negli spostamenti e per attrezzare nelle aziende spazi protetti per le biciclette.
- Vogliamo la sosta in strada a pagamento. Ridurre lo spazio dedicato alla sosta nelle città per ridurre il traffico, recuperare spazio per disabili, pedoni, biciclette, trasporto pubblico, per la vita. Utilizzare i proventi per la mobilità sostenibile e abbattere le barriere architettoniche.
- Vogliamo i 30km all’ora in città. Una velocità massima di 30km/h necessaria a diminuire i morti sulle strade e modificare il Codice della Strada per permettere la realizzazione di tutti i presidi di sicurezza delle zone residenziali già in uso in tutta Europa.
- Vogliamo il rispetto delle regole di circolazione. Maggiori controlli e campagne per diminuire i comportamenti più pericolosi, tra cui l’eccesso di velocità, il sorpasso azzardato, la sosta su pedonali e ciclabili, l’uso degli smartphone.